Progetto di adeguamento del Depuratore di Monza San Rocco

Il percorso progettuale

La necessità di adeguamento dell’impianto di Monza S Rocco nasce dall’esigenza di incrementare le attuali capacità depurative al fine di migliorare la qualità dell’effluente e quindi del fiume Lambro, di allinearsi alla nuova Direttiva Europea sul trattamento delle acque reflue in termini di riduzione dei consumi energetici e riduzione delle emissioni di CO2.

 

A tale scopo è stata ricercata una soluzione innovativa a basso impatto ambientale e il più possibile integrata con il territorio. In collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale del Politecnico di Milano, è stata condotta e validata una sperimentazione pilota di un processo con biomasse aerobiche granulari (AGS) per la rimozione dei principali inquinanti.

 

 

 

Punti di forza del progetto

Tale tecnologia costituisce una novità sul mercato italiano e una soluzione sostenibile per il futuro del trattamento dell’acqua reflua dal momento che permette:

  • Di raggiungere la parità energetica grazie ai ridotti consumi elettrici e alla massimizzazione della produzione di biogas;
  • Di ridurre la carbon footprint grazie alla limitazione nell’uso dei reattivi chimici per la rimozione del fosforo;
  • Bioaccumulo del fosforo con l’obbiettivo di recupero dello stesso nella filiera fanghi;
  • Di ridurre la produzione di fango;
  • Di ridurre il consumo di suolo grazie a un design compatto;
  • Di riutilizzare l’acqua trattata per compensare lo stress idrico.

 

Lo studio nel suo complesso verrà valutato attraverso un’analisi del ciclo di vita dell’opera (Studio LCA) su 10 – 15 anni che terra conto già dalla progettazione dell’impatto ambientale sia della realizzazione (opere civili, meccaniche, elettriche e di automazione) sia della fase di gestione, manutenzione e rinnovo dopo 15 anni.

La proposta progettuale nel contesto

Per meglio integrare la soluzione tecnologica al contesto urbano limitrofo è stato previsto di interrare le vasche (impianto ipogeo) e chiuderle per trattare completamente gli odori. Il progetto prevede una copertura a verde in parte fruibile al fine di riqualificare un’area oggi dismessa e creare un nuovo paesaggio in sintonia con il territorio circostante.

 

Lo studio della componente verde è stato condotto dal professor Senes del Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università degli Studi di Milano. La vegetazione prevista da porre a dimora è costituita da specie autoctone con differenti sviluppi e dimensioni con lo scopo di ricreare i tipici paesaggi del territorio.

Prossimi passi

Nella seconda metà del 2024 è prevista la consegna del progetto definitivo, con target di completamento dell’intervento di adeguamento entro il 2030, in linea con il percorso dettato dalla UE attraverso la nuova direttiva sulla depurazione delle acque reflue.

Nel corso della fase progettuale verranno indagate e definite le soluzioni tecniche in grado di garantire un percorso di innovazione volto al futuro, al fine di traguardare un cambio di paradigma passando dal trattamento delle acque reflue a una nuova generazione di impianti di depurazione capaci di ridare valore alle acque trattate.

In quest’ottica saranno anche previsti dei coinvolgimenti attivi con la cittadinanza e degli approfondimenti sui temi di sostenibilità e impatto ambientale.