L’attesa ora X è scattata alle 11 con l’inaugurazione “ufficiale” dei cantieri che, nel giro di due, regaleranno al depuratore San Rocco di Monza una seconda giovinezza. “Ufficiale” perchè in realtà, i lavori sono partiti già da giorni, nel pieno rispetto della tempistica del crono programma.
Il progetto avviato nel 2014 da BrianzAcque, proprietaria e soggetto gestore dell’impianto, tra i più grandi della Lombardia e d’Italia, è stato illustrato nella sede dell’ex circoscrizione San Rocco davanti ai cittadini residenti nel quartiere.
L'ammodernamento dell'infrastruttura idrica, al servizio di 36 comuni della Brianza, si fonda su due distinti interventi di alto impatto ingegneristico: la copertura delle due vasche di sedimentazione primaria per eliminare i cattivi odori dalle aree circostanti l’impianto e la riqualificazione della sezione d’ossidazione finalizzata al risparmio energetico e all’adeguamento della struttura al rispetto dei limiti introdotti dal Regolamento di Regione Lombardia (n.3/2006) che entrerà in vigore il 31 gennaio 2016.
“È una bella giornata perché c’è una buona notizia: il cantiere che cambia il quartiere è partito –ha esordito Enrico Boerci, Presidente di BrianzAcque - Questo è solo l’inizio di un’operazione che sarà condotta nella massima trasparenza, tendendo costantemente informata la cittadinanza. Oltre ai metodi classici di comunicazione, abbiamo deciso di installare due postazioni countdown, una al quartiere San Rocco, l’altra a BrianzAcque sui luoghi dei cantieri, che misureranno la nostra efficienza nel rispettare i tempi di avanzamento e di realizzazione dei lavori”.
Conclusa la presentazione, l’open day dall’emblematico titolo “Il cantiere che cambia il quartiere” è proseguito con la visita ai cantieri, all’interno dei cancelli di BrianzAcque, in viale Enrico Fermi. Al sopralluogo, oltre ai vertici di BrianzAcque, gestore unico del servizio idrico integrato sul territorio, hanno partecipato autorità e maestranze impegnate nell’attuazione del progetto e da un pubblico composto per lo più da abitanti della zona.
“Oggi, compiamo un significativo passo in avanti. Ci mettiamo la faccia e ci assumiamo i nostri impegni perché questo progetto è stato voluto e partecipato dall’Amministrazione Comunale” – ha sottolineato il Sindaco di Monza, Roberto Scanagatti il quale, per primo, all’indomani della sua elezione, aveva sostenuto la necessità di abbandonare il “Master Plan ” da 62 milioni auspicando soluzioni più rapide e meno onerose.
Per il Presidente Provincia di Monza e della Brianza, Gigi Ponti: “Quella di oggi è una tappa significativa perché il processo si è messo sui binari giusti. L’avvio dei lavori sul depuratore è una buona notizia per tutta la Provincia anche dal punto di vista dell’efficienza ambientale. Non dobbiamo dimenticare che cinque anni fa’ questo impianto ha fatto da barriera all’onda nera della Lombarda Petroli”.
Marco Troiano, Sindaco di Brugherio, il comune confinante con Monza, su cui sorge il depuratore San Rocco, ha aggiunto: “Si tratta di progetto che è un esempio di innovazione e di coraggio nonché un ‘alleanza virtuosa tra istituzioni, con l’obiettivo primario di un miglioramento della qualità della vita”.
Due terzi dei lavori saranno ultimati entro la metà del 2017. I cantieri interesseranno solo le strutture esistenti e saranno eseguiti con l’impianto in funzione, così da assicurare continuità al servizio di depurazione dei reflui, senza disagi per la popolazione. I due interventi procederanno in parallelo.
Risparmio di costi e tempi: 50 milioni in meno e, in poco più di un anno, stop agli odori - Rispetto al vecchio progetto Master Plan 2-5 fase liquami, definitivamente abbandonato nell’estate del 2014 “per sopraggiunti motivi di interesse pubblico”, l’adeguamento tecnologico e funzionale in corso taglia i costi e accorcia drasticamente i tempi. Dai 7 anni previsti inizialmente, si scende a circa 2 anni. Per quanto riguarda il capitolo delle spese, al posto dei 62 milioni euro del Master Plan, grazie anche ad una serie di gare pubbliche condotte al massimo ribasso, di milioni ne occorreranno solo poco più di 10. Un risparmio di denaro pubblico è stato inoltre calcolato per le spese di gestione: 700 mila euro in meno l’anno, solo per effetto delle modifiche sul comparto biologico.
Benefici per l’ambiente e la qualità di vita dei cittadini - Grazie a questo progetto, BrianzAcque conta di abbattere le esalazioni odorigene nel giro di un anno e si impegna a rispettare la data del 31 dicembre quale termine ultimo per allinearsi ai limiti delle acque di scarico previsti dal Regolamento della Regione Lombardia n.3/2006, tagliando le emissioni di azoto in eccesso. L’ammodernamento della grande opera pubblica, inoltre, non comporterà consumo di nuovo suolo, in quanto si tratta di un adeguamento tecnologico e funzionale compiuto sull’esistente. Tutti fattori che si traducono in indubbi benefici ambientali a favore del territorio e della comunità locale. Senza dimenticare che la ristrutturazione determinerà un generale miglioramento della qualità della vita del quartiere e delle aree limitrofe con una rivalutazione dei beni immobili.
La copertura delle vasche in dettaglio - Per risolvere il problema delle esalazioni moleste che colpiscono i dintorni del depuratore, BrianzAcque coprirà i due grandi sedimentatori circolari dal diametro di 60 e 52 metri, situati all’aperto, al cui interno vengono separati i fanghi misti. Uno dopo l’altro, gli invasi, profondi 6 metri e mezzo, con una superficie totale a contatto con l’aria di circa 5 mila metri quadrati, sono destinati ad essere chiusi e sigillati con una struttura a raso in vetroresina, sostenuta da travi reticolari radiali a vista di acciaio zincato. Dentro gli edifici, l’aria verrà aspirata e trattata con un sistema di biofiltri in grado di assorbire i miasmi maleodoranti prima che vengano immessi in atmosfera. Ad intervento concluso, quelle monzesi risulteranno le vasche coperte più grandi d’Italia e tra le più grandi d’Europa.Ad eseguire i lavori la Severn Trent Italia di Desenzano del Garda che, lo scorso agosto, si è aggiudicata la gara di appalto. Salvo imprevisti, la prima vasca sarà chiusa a luglio 2016 e la seconda a giugno 2017. Complessivamente, la previsione di spesa è di euro 4.596.574 euro.
La “rinascita” del comparto di ossidazione - La riqualificazione della sezione di ossidazione biologica, cuore dell’impianto, si concretizzerà con l’applicazione alle 16 vasche della tecnologia cosidetta “a fasi alternate”. Una trasformazione che massimizzerà le prestazioni minimizzando i costi energetici con un risparmio valutabile attorno ai 700 mila euro all’anno, ma soprattutto che consentirà di rispettare i limiti regionali più restrittivi imposti dal nuovo regolamento di Regione Lombardia che entrerà in vigore dal 31 dicembre 2016, evitando di incorrere in sanzioni legislative per illeciti allo scarico. In particolare, la SOTECO Spa di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, sostituirà tutte le attuali apparecchiature, risalenti agli anni Settanta e ormai superate, con nuovi sistemi di adduzione dell’ossigeno alle vasche e con strumentazioni e software specifici. Al posto dei 4 ventilatori che oggi immettono ossigeno nei sedici invasi rettangolari, profondi 5 metri, saranno introdotti dei compressori e un sistema di diffusione in grado di distribuire una più alta concentrazione di ossigeno nelle vasche , garantendo così una maggiore efficienza nel trattamento biologico. La durata dei lavori è di 700 giorni. L’importo dei lavori aggiudicati con gara d’appalto ammonta a 3 milioni 668.850 (ribasso pari al 27%). L’ottimizzazione del comparto permetterà di ridurre i valori di azoto totale. I lavori saranno eseguiti su due vasche alla volta con l’obiettivo di non interrompere il ciclo depurativo. La tecnologia utilizzata è già stata adottata con successo in analoghi impianti in Italia e in particolare in Trentino Alto Adige. In totale, la previsione di spesa è di 6.179.054 euro.
Depuratore San Rocco: 152 chilometri di collettori al servizio della Brianza - Costruito a partire dai primi anni Sessanta, il depuratore di Monza San Rocco- tra i più grandi della Lombardia e d’Italia- è stato completato negli anni Ottanta. Sorge su una superficie di 12 ettari sulla sponda sinistra del Lambro. Attualmente, tratta una portata media di 170 mila metri cubi di liquami al giorno. Dispone di una rete di 152 chilometri di collettori, che dal Nord Brianza canalizzano i reflui e li collettano fino all’impianto dove, al termine del processo depurativo - distinto in una linea acqua, una linea fanghi e una linea gas- vengono restituiti all’ambiente, attraverso le acque del fiume Lambro. Serve una popolazione di 650 mila abitanti equivalenti, 350 insediamenti produttivi, distribuiti in 27 comuni della Provincia di Monza e Brianza (Albiate, Arcore, Besana Brianza, Biassono, Briosco, Camparada, Carate Brianza, Concorezzo, Correzzana, Desio, Giussano, Lesmo, Lissone, Macherio, Monticello, Monza, Muggiò, Nova Milanese, Renate, Seregno, Sovico, Triuggio, Usmate-Velate, Vedano al Lambro, Veduggio, Verano Brianza, Villasanta) e alcune porzioni di territorio di 4 della Provincia di Como (Arosio, Carugo, Inverigo, Mariano Comense) e di 5 in quella di Lecco (Barzanò, Casatenovo, Cassago, Cremella, Monticello Brianza). BrianzAcque è diventata proprietà del depuratore dal luglio dell’anno scorso, a seguito dell’incorporazione della società Alsi (Alto Lambro Servizi Idrici).
Dal 2009 al 2014, restyling all’impianto per 20 milioni di euro - Negli anni più recenti, dal 2009 al 2014, il depuratore San Rocco ha subìto due fasi di restauro più note come MasterPlan 1A e 1B. La prima tranche si è tradotta nel rifacimento completo della sezione dei trattamenti primari ( manufatti di ingresso liquami, grigliatura e dissabbiatura) e si è conclusa nel febbario 2012. La seconda (1B) invece, ha visto la costruzione di una nuova sezione di trattamento fanghi con tecnologie avanzate, entrate definitivamente in funzione nel 2014. La spesa complessiva di questi interventi ammonta a circa 20 milioni di euro.